
Non solo i grandi esportatori, ma anche le cantine a conduzione familiare e i più piccoli operatori di settore hanno iniziato a digitalizzare i processi lavorativi per migliorare organizzazione e operazioni di vendita. In questo articolo ti spieghiamo come.
C’è chi sostiene che una grande crisi rappresenti anche una grande opportunità. Un’opportunità di crescita individuale e collettiva che passa attraverso la risoluzione di un momento difficile per acquisire nuove consapevolezze, competenze e obiettivi. Certamente, per il momento, i danni sono maggiori dei vantaggi. Tuttavia questo ha spinto moltissime cantine italiane ad attivare strategie per non perdere terreno e contatti con buyer e clienti diretti.
Uno degli aspetti positivi dettati dall’emergenza Coronavirus in Italia è stato quello di spingere aziende e professionisti a premere sull’acceleratore della digitalizzazione. Un recente studio condotto dall’ente di ricerca Anitec-Assinform ha evidenziato come gli investimenti ICT (cioè in tecnologie e comunicazioni telematiche) delle imprese italiane fossero già in aumento, addirittura in modo esponenziale, nel biennio 2018 – 2019, toccando quota +2.8%.
Le stime per la fine del 2020 lasciano intravedere un nuovo record a seguito dei condizionamenti dettati dalla pandemia.
Telelavoro e impossibilità di spostarsi per presenziare fisicamente a fiere ed eventi (peraltro tutti rimandati o annullati), contrattazioni commerciali, promozione dei prodotti, hanno reso tangibili i vantaggi del lavoro condiviso in rete e rendendo subito più agile il lavoro con collaboratori e clienti.
In particolare, gli investimenti per la digitalizzazione si sono concentrati su servizi in cloud, e automatismi digitali per acquisizione lead, generazione di contenuti per le strategie web e la gestione aziendale. È in questo modo che l’universo dell’Internet Of Things (Internet delle Cose) si avvicina sempre più all’emisfero imprenditoriale italiano, assottigliando il divario che lo separa dai principali mercati internazionali.
Certo, quello degli investimenti digitali rappresenta un passaggio non privo di difficoltà, che sta mettendo in crisi chi non riesce a stare al passo. Soffre chi fa fatica a seguire aggiornamenti e novità in modo costante, con il giusto spirito di adattamento e un nuovo modo di concepire il lavoro e chi si ostina a voler gestire tutto da solo, senza affidarsi a professionisti in grado di velocizzare l’intero processo di digitalizzazione aziendale, spesso si scontra con spese senza alcun ritorno e con delusioni che possono portare a concludere che: “Non serve a niente”.
Ma… c’è un ma. Come la vinificazione è un processo che non può essere improvvisato perché ha bisogno di conoscenze specifiche e processi strutturati, così anche le attività sul web hanno bisogno di professionisti di settore che possano aiutarti a non gettare via soldi, né a procedere per tentativi ed errori.
Ma vediamo quali sono le principali azioni che puoi già iniziare a fare sul web.
Export di vino italiano: le nuove strategie sul digitale
A seguito di una prima fase di assestamento dettata dalla crisi, il settore vitivinicolo italiano sembra riprendersi rapidamente, nonostante permangano le incertezze dettate dal crollo delle vendite sul canale HoReCa a causa della chiusura forzata di bar e ristoranti.
C’è chi ha già scelto di impiegare il tempo risparmiato per raccogliere idee finalizzate allo sviluppo di nuove strategie, ben consapevole che questa crisi inedita lascerà in eredità un mondo non più come prima. Moltissime riguardano le vendite ai privati: tanti si sono organizzati per creare social club e spedire ai clienti diretti, con annunci fatti dalle pagine facebook, con email agli amici o con promozioni a pagamento sempre – per lo più – sui canali social.
Ma l’export?
A parte alcuni blocchi di merce che hanno davvero scoraggiato nei primi giorni di emergenza e poi lo stop a Prowein e Vinitaly che solitamente aprono la stagione dei rapporti internazionali nuovi, da coltivare durante l’anno, l’export non si è fermato. I rapporti con gli importatori già consolidati sono continuati telematicamente, ma – di fatto – la ricerca di nuovi partner internazionali ha subito uno stop deciso: niente missioni all’estero, niente viaggi, niente fiere = niente nuovi contatti.
Per il canale che rappresenta oggi circa la metà del fatturato medio delle cantine italiane, questo contraccolpo si avvertirà pesantemente nei numeri dell’anno prossimo e si farà sentire nelle capacità di investimento delle aziende vinicole.
È ancora necessario migliorare sono gli aspetti legati all’acquisizione di clienti stranieri, con strategie orientate al reperimento di contatti. Un aspetto sul quale professionisti del digitale hanno già iniziato a muoversi, supportando le cantine nel processo di informatizzazione e lo sviluppo di nuove strategie web.
Tool, programmi e servizi in digitale per wine export
Da Zoom, piattaforma per conference call e messaggistica istantanea che sta rapidamente offuscando Skype, a Google Drive, per la condivisione di fogli di lavoro in cloud.
Sono molte e tutte diverse le piattaforme che stanno rapidamente entrando nel quotidiano di ogni azienda. Piattaforme sempre più sofisticate, che dalla “semplice” condivisione di file e messaggi arrivano ad offrire possibilità di gestione da remoto di interi sistemi. Ma gestirle non è sempre semplice e il rischio è quello di incappare in hacker che possono minare la sicurezza dei tuoi dati.
Un vero salto nel futuro, insomma, nel quale l’Italia si sta timidamente lanciando, ma che deve essere eseguito con tutti i dispositivi di sicurezza e senza sperperi di denaro: in questo momento è l’ultima cosa che ci vuole.