
Facebook resta il principale social network utilizzato dalle cantine vinicole italiane. A dirlo è una ricerca curata dall’agenzia OmnicomGroup su un panel dei 25 tra i maggiori produttori di vino nel Bel Paese per fatturato, secondo i dati MedioBanca. Nonostante le informazioni raccolte facciano riferimento al 2019, e nel frattempo qualcosa è iniziata a cambiare tra la seconda e la quarta posizione, il gigante di Mark Zukemberg resta in testa alle classifiche con 21 aziende su 25 presenti su questo social network.
Meno confortante la frequenza di pubblicazione: il 21% degli intervistati aggiorna i propri contenuti solo mensilmente, contro il 68% che prevede invece una programmazione a cadenza settimanale.
A crescere, negli ultimi anni, è stato Instagram, che dalla quarta posizione del 2019 si è rapidamente spostato in terza, superando Twitter. Il secondo posto del podio è ancora riservato a YouTube, vetrina “storica” per le cantine ma con frequenza di utilizzo di gran lunga meno assidua rispetto a Facebook.
Il futuro è tutto in divenire, con nuovi social network (come ClubHouse e TikTok) che hanno iniziato a coinvolgere anche professionisti del vino e vetrine come Instagram, che sempre di più si presta a diventare la più utilizzata dal settore. Tuttavia, il primato guadagnato da Facebook in questi anni non è assolutamente prossimo a scomparire. Ed ecco le ragioni.
Facebook è in target per il vino
Con un consumo che supera il 65%, i millennials si confermano la generazione trainante per consumo di vino, in Italia come nel resto del mondo. Parliamo di giovani (e un po’ meno) nati a cavallo tra la seconda metà degli anni ’80 e la fine dei ’90, sempre più alfabetizzati sul tema, anche, grazie ai social network. I loro social di riferimento sono, appunto, Facebook e Instagram, entrambi appartenenti alla scuderia di Mr Zuckemberg.
Grazie alle nuove funzioni introdotte negli ultimi anni e al pubblico perfettamente in target per il settore, Facebook rappresenta oggi uno dei due irrinunciabili social network nel quale una cantina, ormai, deve essere presente.
Ma avere una pagina non basta se questa non è aggiornata con contenuti cadenzati, coinvolgenti e interattivi per il pubblico. Ciò significa investimenti in termini di tempo e, soprattutto, denaro. Oppure no?
Quanto costa il Facebook marketing
Secondo la media nazionale, il costo di gestione completa di una pagina Facebook (comprensiva, cioè, di elaborazione di un piano editoriale minimo settimanale, con contenuti grafici o video e testi) si aggira mediamente sui 500 euro al mese. Una cifra che varia sensibilmente in base all’esperienza, alla professionalità e al grado di competenza del o dei professionisti ai quali si sceglie di affidarsi.
Detta così, però, non significa nulla. Pagare non è sinonimo di riuscire e, tornando al mondo del vino, esistono esempi interessanti in questo senso. Tra le cantine italiane c’è chi ha investito di più su questo strumento, ottenendo un certo ritorno in termini di interazioni, incremento della fanbase, notorietà e, ovviamente, vendite e chi magari, per la stessa cifra, si è limitato a “restare a galla”.
Chi, ancora, ha invece investito poco e ottenuto – in proporzione – i medesimi risultati del primo. Su Facebook, questo tipo di performance è facilmente riscontrabile grazie ai tool per monitorare il livello di coinvolgimento degli utenti (numero di persone raggiunte da un post, di click ottenuti, e così via) ma anche il costo per click sulle campagne a pagamento, che varia in base al numero di interazioni ottenute.
Per questo, non è tanto importante trovare un consulente “economico” al quale affidare la comunicazione su Facebook, quanto un professionista che sia in grado di massimizzare gli investimenti per ottenere il miglior risultato.
L’importanza delle campagne a pagamento
Purtroppo, lo sono. Anzi, potremmo dire che la partita si gioca tutta lì. Creare contenuti coinvolgenti, originali, innovativi, sicuramente aiuta, ma è più una questione progettuale e, sicuramente, a lungo termine.
Quanto tempo vuoi impiegare prima di iniziare a vedere un risultato? Il consulente va pagato e di certo non intendi farlo “a vuoto” per molto tempo. Per questo, spingere i contenuti con un piccolo investimento diventa fondamentale per accelerare i tempi.
Per lo stesso motivo, al di là della creatività, ciò che conta è l’esperienza nella gestione di tutta la parte tecnica relativa alle campagne, alla produzione di dati da esse derivanti, alla partizione del budget e così via. Il classico “investo 5 euro per 500.000 utenti nel raggio di 200km” non è da furbi, e un vero professionista del Facebook marketing potrà spiegarti perché.
Contenuti semplici, diversi, efficaci
Quando sentiamo parlare di contenuti social per il mondo del vino ci imbattiamo sempre nei medesimi concetti:
- la bellezza del territorio;
- la storia della cantina;
- il rispetto della natura;
- l’autenticità dei vini.
Bellissimi paesaggi di filari a perdita d’occhio, colline incontaminate, outfit campagnoli, calici e brindisi accompagnati da sapori locali; ti sveliamo un segreto, che tanto segreto poi non è: tutto questo lo abbiamo già visto.
Se un vino o territorio sono raccontati per la loro autenticità attraverso stereotipi comuni a tutti gli altri, allora tanto autentici – in fin dei conti – forse non lo sono.
Semplifica le cose e rendile più efficaci. Tanto più che spesso, con lo stesso budget necessario per realizzare un video emozionale fatto degli elementi appena citati, è possibile impostare molti più contenuti adeguatamente supportati da campagne a pagamento in grado di spingerli.
Parla con il pubblico in modo diretto, mostra la tua cantina, spiega come degustare i tuoi vini e con quali abbinamenti, crea sinergie con altri produttori di filiere locali, illustra quale stile di vita appartiene ai tuoi prodotti, condividi il tuo diario di campagna, i tuoi timori, le tue gioie, i tuoi successi.
Il vino è prima di tutto emozione, ed è ciò che il tuo pubblico sta cercando.
Vendere vino su Facebook conviene?
Iniziamo con il dire che è possibile, anche grazie alle funzioni messe a disposizione dal social network. Attualmente, sulle pagine Facebook Business è presente una sezione vetrina con funzioni di un vero e proprio e-commerce.
Una volta realizzata la scheda prodotto è possibile collegarla direttamente all’e-store presente sul sito o invitare gli utenti all’acquisto tramite messaggio privato.
Le nuove funzioni di Facebook Business premettono, inoltre, di creare campagne a pagamento con brevi video animati, moduli per l’acquisizione di contatti (in caso, per esempio, del preorder a prezzo scontato di una nuova annata in produzione) e di integrare le attività della pagina con WhatsApp Business, per i servizi di customer care.
Tutto questo è divenuto molto più complicato negli ultimi anni, quando gli strumenti messi a disposizione da Facebook hanno iniziato a tramutarsi in veri e propri programmi, il cui utilizzo è appannaggio – quasi – esclusivo di professionisti del settore. Tuttavia, la principale nota critica risiede nella vendita all’estero, con livelli assolutamente modesti per le necessità di una cantina.
Facebook può essere utile per agganciare potenziali clienti, operatori o distributori esteri, ma un possibile contratto commerciale non proverrà, ovviamente, mai da questo canale.
Se il tuo desiderio è incrementare le vendite dei tuoi vini all’estero la soluzione è Wine Business Hub: la prima piattaforma online italiana dove trovare e incontrare importatori da tutto il mondo alla ricerca di vini italiani.
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