
In un periodo di incertezze e grandi timori per il futuro, ottimizzare le spese aziendali non rappresenta più una pratica “solo” virtuosa, ma una vera e propria necessità. L’intera filiera del vino è in fase di riorganizzazione dopo gli sconvolgimenti dettati dalla pandemia ancora in corso.
Sconvolgimenti che hanno interessato ogni aspetto del lavoro, dalla vendemmia alla partecipazione a fiere ed eventi di settore, sospese del tutto negli ultimi due anni. A soffrire maggiormente sono stati i piccoli produttori, specie quelli maggiormente legati al canale Horeca, vittime insieme ai loro clienti dei ripetuti blocchi della ristorazione.
Tuttavia, tra le novità intercorse con la pandemia troviamo anche soluzioni e innovazioni interessanti, che riguardano in particolar modo l’export e la digitalizzazione del lavoro di promozione e matching per la vendita di vini all’estero. In quest’ottica, l’online costituisce una soluzione pratica e più economica rispetto alla tradizionale fiera in presenza.
Soluzione che per molti produttori ha rappresentato un’ancora di salvezza in questi mesi e che, dati gli eventi vantaggi, continuerà ad affermarsi rappresentando un canale stabile anche ad emergenza conclusa.
Dazi, Ristorazione, GDO e fiere digitali: il vino italiano in fase di riorganizzazione
La possibilità di dare continuità al lavoro di promozione e vendita di vino in mercati esteri costituisce la principale strategia per sostenere il vino italiano in questo periodo difficile.
Con il settore della ristorazione al giro di boa, tra sussidi in ritardo e aperture a singhiozzo che hanno sconvolto prezzi e condizioni di fornitura, piccoli e grandi importatori stanno riscoprendo nuovi canali e buone pratiche per differenziare le vendite e ridurre i costi, incrementando la marginalità.
Nell’ultimo anno, lo stesso andamento dei prezzi sui principali mercati internazionali del vino italiano hanno subito picchi e discese anche e non solo in funzione della pandemia. A metterci il carico insieme all’emergenza sanitaria ci ha pensato la Brexit nel Regno Unito, le politiche doganali antidumping recentemente approvate dal governo cinese e l’istituzione di dazi in USA da parte dell’ex presidente Donal Trump.
In tutto questo, ha giocato un ruolo fondamentale l’impossibilità di partecipare a fiere ed eventi di settore, nonché l’apertura di nuove pratiche commerciali considerate “eresie” solo fino a pochi anni fa. Tra tutte, l’ingresso in pompa magna di vini high-end anche sugli scaffali della grande distribuzione.
Un fattore che costringerà, probabilmente, i produttori a rivedere anche i tariffari destinati a Horeca e negozi specializzati. Tra variabili, novità, rischi e certezze, far quadrare i conti diventa sempre più complicato.
Export di vini: tagliare le spese grazie a internet
Le potenzialità dimostrate dall’export di vini online hanno convinto il vino italiano. Niente a che fare con vetrine social, marketplace di settore, e-commerce e altre piattaforme per la vendita retail. Al vino italiano servivano risposte concrete ad una domanda complicata: come trovare importatori internazionali per fare export senza fiere?
Domanda lecita se si pensa che il canale della ristorazione vale per il vino italiano circa il 30% dell’incasso medio stagionale, contro il 60% di quello della vendita all’estero (anche a ristoranti, anzi, soprattutto in paesi come la Russia). E se, ovviamente, il rapporto tra vino e ristorazione italiana è ben lontano da una rottura, la priorità per i produttori resta la vendita all’estero.
La risposta è stata l’adozione di nuovi format, in alcuni casi già presenti come i tasting online, ma ancora poco sfruttati fino allo scorso anno. Format che hanno permesso l’incontro tra produttori e importatori da tutto il mondo alla ricerca di vini italiani. In due parole: fiere digitali.
Export di vino online: perché conviene e fa risparmiare
Viaggi, allestimenti fieristici, trasporto di campionature, mediazione linguistica, soggiorno e vitto, perdita di giorni di lavoro: la fiera tradizionale è un’esperienza fantastica, ma insostenibile in un momento come questo. Sia sotto il profilo economico che pratico.
La speranza è che si possa tornare a goderne in futuro con tutta la tranquillità e la libertà di brindare insieme. Per il momento, però, tutto è in balia degli eventi. Non a caso, professionisti e promotori di eventi di settore sono concordi nell’affermare che le degustazioni online supereranno o affiancheranno stabilmente quelle fisiche nei prossimi anni.
Non aspettare: vendi i tuoi vini online OGGI su Wine Business Hub
Wine Business Hub è la prima piattaforma italiana dove selezionare e incontrare importatori da tutto il mondo alla ricerca di vini italiani. Il portale è promosso dall’agenzia italiana di wine brokering e export management Elle-Due, che da oltre dieci anni cura la vendita di vini all’estero per le cantine del Bel Paese.
Come funziona Wine Business Hub
Lasci i tuoi recapiti e vieni ricontattato/a per un primo colloquio conoscitivo senza impegno durante il quale raccontare la tua azienda, i tuoi prodotti e in quali paesi desideri vendere i tuoi vini. Una volta completata l’iscrizione riceverai un primo incontro con un importatore coerente con le tue richieste entro 30 giorni lavorativi, o sarai rimborsato al 100%.
Dove avvengono gli incontri?
Gli incontri avvengono in una chat room sicura e intuitiva, direttamente sul sito Wine Business Hub. All’interno della chat hai modo di condividere materiale promozionale, listini, video, immagini e altri file con il tuo interlocutore.
Solo nel caso entrambi sarete interessati a collaborare invierai all’importatore le referenze per un secondo appuntamento online dedicato alla degustazione dei prodotti. In questo modo risparmi su viaggi, logistica, allestimenti in fiera e campionature, ottimizzando i costi e concentrandoti maggiormente sul tuo lavoro!