
L’America latina è un mercato aperto nel mondo del vino. Le diverse difficoltà che caratterizzano l’ingresso di nuovi player stranieri, in termini di dazi e documentazioni, ma anche di lingua e acquisizione di dati di settore utili ad orientarsi all’interno dei diversi Paesi, possono rappresentare un problema per i singoli produttori, ma non rappresentano un ostacolo per le cantine che scelgono di affidarsi a chi conosce bene il mercato.
Le opportunità rappresentate dall’export di vini in Centro e Sud America sono tali da essere state ri-confermate all’interno del nuovo bando comunitario Ocm Vino Paesi Terzi, dove tra le fila dei Paesi Emergenti figurano tutti i principali poli di attrazione del territorio: Argentina, Brasile, Colombia, Cile e Messico, insieme alle piccole repubbliche caraibiche.
L’espansione del mercato sudamericano offre interessanti prospettive di intervento per vini entry level e di fascia media. Questo nonostante sia ancora un mercato da costruire dove, come detto, il supporto di agenti specializzati riveste un’importanza anche maggiore, rispetto ad altre piazze.
Export di vini in Argentina
Tra quelli del Centro e Sud America, il mercato argentino è considerato tra i più maturi e competitivi. L’incremento crescente in termini di consumi negli ultimi anni ha visto preferire specialmente i rossi, ed è oggi rappresentativo di un consumo medio pro-capite altissimo, persino comparato alle principali nazioni per importazione di vini al mondo: 22 litri annui a persona (in Cina, per fare un confronto, si sfiorano appena i 3 litri).
L’alto livello di concorrenza nel Paese è dovuto sia all’interesse per questo mercato da parte di player internazionali, sia dalla locale produzione di vini, molto estesa in una nazione climaticamente vocata allo scopo e compresa tra i principali produttori dei cosiddetti “vini del nuovo mondo“. Sono, infatti, sempre di più le cantine argentine che hanno iniziato ad investire nella qualità dei loro prodotti, con vini premium ormai molto apprezzati anche all’estero, al pari di quelli Cileni.
Per la vendita di bevande alcoliche in Argentina è necessaria documentazione ed etichettatura in lingua spagnola, che tenga conto delle diciture specifiche per definire tipologie, provenienza e denominazioni dei vini, tasso alcolemico e altre informazioni obbligatorie. La quota dei dazi, come in gran parte del sud America, ha un valore rilevante, composto dal 20% sul valore CIF (che sale al 35% per gli spumanti) e 21% di IVA sul valore CIF, più altre piccole spese.
L’importatore, inoltre, deve essere iscritto al locale registro di dogana e presso l’INV, Instituto National de Vitivinicoltura.
Vendere vino in Brasile
Il Brasile non ha con l’Italia un accordo di collaborazione che preveda l’esenzione dei dazi, come invece accade con i Paesi del Mercosul (Cile, Messico, Bolivia ed altri).
Il maggior impedimento all’ingresso di bevande alcoliche in Brasile è, anche qui, una certa burocrazia soggetta al pagamento di accise che, per i vini, rasentano più o meno il 50% del valore del prodotto.
Una difficoltà tutto sommato arginabile dal lavoro di export manager specializzati in questo mercato, con partnership nella distribuzione e nella ristorazione. Un mercato, quello dei vini di importazione in Brasile, che corrisponde a circa 140 milioni di litri introdotti nel 2019, secondo i dati ICE di San Paolo.
Esportare vini in Messico
Nonostante un consumo medio di appena 0,9 litri annui pro-capite, il mercato del vino in Messico vale ogni anno oltre 550 milioni di dollari. Di questi, appena 30mila euro corrispondono al vino italiano che, insieme agli altri grandi produttori europei, fatica a permeare il mercato a causa della concorrenza dettata da altri Paesi latini, agevolati dalla distanza e, in alcuni casi, da rapporti commerciali più favorevoli.
Tuttavia, nel mercato esistono nicchie interessanti, principalmente legate al settore ricettivo, in grado di rappresentare buone occasioni.
Vendere vino in Colombia
Il piccolo Stato del Centro America è caratterizzato dalla nulla presenza di dazi doganali, che favoriscono l’importazione di bevande alcoliche rappresentando, per questo, anche un potenziale punto di appoggio per importazioni in loco e verso Paesi vicini, come Venezuela e Brasile.
Le analisi di laboratorio e le relative documentazioni per l’ingresso di vini in Colombia è conforme in linea di massima con quelle richieste da altri Stati, americani e non. Tra queste figurano la Certificazione Sanitaria, iscrizione e registrazione del marchio presso gli uffici di competenza e la canonica Fattura Export.
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