
Gli Stati Uniti sono il primo paese per consumo di vino al mondo. Circa il 20% della produzione complessiva mondiale appartiene infatti agli USA, seguiti da Francia (15%), Italia (13%) e Germania (poco meno del 12%).
Con i suoi 320 milioni di abitanti e un territorio contraddistinto da ben 6 fusi orari diversi, gli States continuano a rappresentare il polo più ambito per i produttori di vino di tutto il mondo. Nonostante questo, solo il 30% dei vini consumati nella nazione proviene da produzioni interne, in particolar modo dalla California, mentre il restante 70% è importato da paesi come Francia, Italia, Cile e Australia.
E, nonostante proprio quest’ultima rappresenti il paese culturalmente più vicino agli States, da sempre i vini europei difendono una posizione di rilievo all’interno del mercato USA, anche e soprattutto in qualità del loro prestigio e del grande lavoro di branding costruito negli anni anche grazie al settore della ristorazione.
Non a caso, dei circa 7 miliardi di euro in valore di vino venduto nel Paese, circa 2 appartengono al Bel Paese che, insieme alla Francia, rappresenta una quota di mercato importante, seconda in classifica tra i principali player del settore.
Vendere vino negli USA è un’ambizione
Nel settore della viticoltura italiana, vendere vino negli Stati Uniti rappresenta un obiettivo per molte cantine. Quasi un punto di arrivo a “consacrazione” del buon lavoro svolto, proprio come accade per uno scrittore che riesce finalmente a pubblicare il suo romanzo.
Per farlo è anzitutto importante una precisazione: non esiste un “mercato USA”, ma piccoli e grandi mercati, spesso indipendenti sotto il punto di vista giuridico e culturalmente diversi tra loro. Basti pensare che due dei maggiori poli economici del paese, New York e Los Angeles, distano tra loro oltre 4.000 km, più di 1.000 km in più della distanza tra Roma e Mosca.
Va da se che, nei 50 Stati che compongono la federazione degli Stati Uniti d’America, sia impossibile pensare di vendere lo stesso vino ovunque, negli stessi canali, allo stesso prezzo e con la stessa efficacia. Il pubblico della Grande Mela avrà gusti molto diversi rispetto a quelli di L.A., Washington e via via tutte le altre grandi città americane. Un semplice esempio per comprendere quello della pizza al taglio: negli USA ne esistono oltre 10 stili diversi, che vanno dalla Chicago Style, alla Philadephia Tomato Pie, passando per lo stile del Connecticut, quello californiano e di NYC.
Senza contare che in ogni Stato federale esistono leggi talvolta diverse tra loro in merito al consumo, alla vendita e all’importazione di alcolici, e minimo due canali di riferimento per le vendite: ristorazione e grande e piccola distribuzione. Diversificare è, pertanto, molto importante. Ma da dove iniziare?
Vino italiano in California: come trovare importatori?
Negli ultimi anni, la California è diventata il principale polo enologico degli Stati Uniti. Grazie al clima particolarmente favorevole e ad una fortissima vocazione imprenditoriale, la California si è di fatto materialmente autocostruita una propria “Wine Country” nella Napa Valley, con tanto di colline e castelli in stile cinquecentesco.
I vini californiani rappresentano oggi una realtà affermata nel mondo, sempre più in grado di incuriosire ed avvicinare il pubblico. La recente sperimentazione per la produzione di orange wine californiani, che avrebbero dovuto essere ufficialmente presentati in Europa nel corso dell’edizione 2020 del Vinitaly, poi annullata a causa della Pandemia, ha dato una ulteriore spinta al segmento dei vini statunitensi.
Non a caso, negli ultimi anni, i terreni della Valley, hanno subito fortissimi rincari di prezzo per ettaro, fino a sfiorare il 14% in più tra il 2019 e il 2020. Attualmente sono 180.000 gli ettari vitati nella zona, o meglio, lo erano: l’incendio della scorsa estate, infatti, ne ha distrutti circa 50.000.
Nonostante l’importanza rivestita dalla California quale polo di produzione enologica statunitense (all’interno del quale, molti imprenditori agricoli cinesi hanno ormai iniziato a spiccare rispetto ai local), l’importazione di vino, specie per il canale della ristorazione, è un segmento molto attivo rispetto ad altri Stati.
Quali sono i vini più ricercati in California?
Dal momento che la produzione di vini California si concentra molto sui bianchi, il mercato è – di rimando – molto condizionato da questo stile. Vini bianchi e, in particolare, biologici e naturali stanno iniziando ad affermarsi bene su tutta al West Coast.
I rossi vivono di una propria autonomia, specialmente legata al canale della ristorazione.
La crescente moda del vino nel Paese, condizionata anche dall’azione di molteplici, e seguitissimi, influencer ha incrementato l’alfabetizzazione sull’argomento da parte del pubblico, e il prestigio dei vini di importazione.
C’è da dire che la scelta, ovviamente, è condizionata dal prezzo, una questione molto complicata negli USA a causa del passaggio, obbligatorio per legge, attraverso i distributori. Per maggiori informazioni, ecco qui una guida veloce su come importare vino negli USA.
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