
Nonostante, in termini di volumi, non possa competere con gli Stati Uniti, primo paese target per il vino made in Italy, la “grande Russia” presenta due caratteristiche in grado rappresentare un polo di attrazione molto ambito dalle cantine italiane.
Anzitutto, a differenza degli USA, dove la concorrenza internazionale è spietata e, soprattutto, molto diversa da Stato a Stato, in Russia il vino italiano è primo in classifica per importazioni. Il 30% dei vini importati in nel Paese ogni anno, infatti, viene dal Bel Paese, in modo tutto sommato uniforme per quanto concerne la provenienza geografica.
L’andamento delle transazioni degli italian wine in Russia è nettamente superiore a quelle di altri importanti player di settore, cioè Francia, Spagna, Cile e Australia. Un mercato da 900 milioni di euro annui, che sfiora abbondantemente i 4,1 milioni di ettolitri di vino importato, coadiuvato dal segmento degli spumanti in crescita costante.
Vino italiano in Russia: primo nella ristorazione
Il principale mercato di riferimento del vino italiano in Russia è quello della ristorazione, da sempre particolarmente interessato ai vini nostrani. Con un 10% in più sui consumi medi stagionali, i russi sono infatti i migliori consumatori di vini pro-capite al mondo. Fattore che negli anni ha determinato la capillare diffusione di enoteche, wine bar e ristoranti specializzati, con carte del vino ben strutturate e fornite, specie in grandi città come Mosca e San Pietroburgo.
L’interesse degli operatori di settore, alla costante ricerca di nuove referenze da introdurre nei cataloghi, ha da sempre regolamentato il mercato tutelando l’andamento dei prezzi in favore dei produttori. Non a caso, i prodotti italiani presentano un ottimo posizionamento in fascia premium – alta, nonostante questo segmento rappresenti una quota minore nel complesso generale.
Molto più ambiti i vini di buona bevibilità e contraddistinti da un rapporto qualità-prezzo significativo. Una solida base d’investimento sulla quale incentrare l’export di aziende anche di piccolo o medio calibro, che possono facilmente guadagnare posizioni di rilievo se ben introdotte nel mercato.
Il vino italiano in Russia cresce anche nel 2020
Nonostante le pesanti ripercussioni dettate dalla pandemia, la piazza russa è stata tra le poche a registrare numeri in positivo per il vino italiano. Un successo determinato dalla retrocessione di altri importanti attori sul mercato, dai vini Australiani a quelli Cilieni e Californiani, che hanno invece registrato perdite importanti più in termini di reputazione che di volumi in sé.
Un aspetto che conferma l’affezione del pubblico nei confronti dei prodotti nostrani che, al di là del vino, coinvolgono altre importanti filiere agroalimentari.
Chi sono i consumatori russi che amano i vini italiani
Durante i numerosi viaggi nel paese per la promozione di etichette italiane partner della nostra agenzia, abbiamo imparato a conoscere bene i consumatori russi e le loro preferenze. In oltre dieci anni di presenze nelle principali fiere di settore, come il Prodexpo e il World Food Moscow, e contatti con importatori, ristoratori e operatori di settore abbiamo potuto determinare il notevole prestigio di cui godono i prodotti made in Italy su scala locale.
Il consumatore russo, in genere, non conosce bene le differenze che contraddistinguono indicazioni geografiche, tipologie di vitigni, tecniche di produzione e altri importanti aspetti legati alla produzione di vino italiano. In quest’ottica è quindi necessario individuare quali prodotti siano più adatti alle singole esigenze del cliente, sia esso un ristoratore, il gestore di una enoteca o un rappresentante della GDO.
La metà dei winelovers russi preferisce i rossi, meglio se di corpo pieno, invecchiati o, addirittura liquorosi. In generale, il segmento dei vini dolci rispetto ai secchi è quello che guida il mercato, a fronte di un ulteriore percentuale di pubblico orientato per un buon 30% sui bianchi e sul restante 20% sugli spumanti.
Al momento dell’acquisto, l’attenzione è particolarmente rivolta al gusto, alla tipologia, alla zona di produzione, al valore e alle attestazioni ottenute dal prodotto. Valori che giocano un ruolo fondamentale in selezione e rivestono un ruolo fondamentale nel processo di conversione in vendita. In particolare, a fronte di vini molto simili tra loro, un fattore cardine in grado di influenzare la scelta finale è quello dell’aspetto della bottiglia.
In Russia, l’estetica è un fattore molto determinante per il consumatore. Per quanto concerne i vini sono ben graditi packaging o etichette di design, sigilli di cera e, più in generale, ogni aspetto che riguardi un fattore di attenzione, attrazione o distinzione della bottiglia.
Quali sono i vini italiani più amati dai russi
La principale piazza del mercato enoico è quella di Mosca, contraddistinta dalla presenza della cosiddetta “upper class”: consumatori benestanti di classe medio-alta, che da sola muove un tasso di crescita del 4,5% annuo.
Tra i vini italiani più richiesti, rossi di carattere come Montepulciano, Primitivo, Nebbiolo, Piceno, oltre agli insostituibili Chianti, Brunello, Barbaresco e Amarone, autentici ambasciatori del made in Italy fuori dai confini nazionali.
La nostra ultima missione in Russia ha però indicato come ci sia ancora ampio margine di crescita nel paese, e ancora molto da lavorare per migliorare il prestigio di vino italiano nel principale paese target dell’Est Europa.
Per farlo, dall’inizio della pandemia, abbiamo pensato ad una nuova entusiasmante strada per ovviare all’annullamento o posticipo delle tradizionali fiere di settore: Wine Business Hub.
La prima piattaforma online dove selezionare e incontrare importatori russi e da tutto il mondo, con i quali la nostra agenzia collabora ormai stabilmente. Operatori alla ricerca di vini italiani da inserire nei propri canali di vendita, con un occhio di riguardo rispetto alle referenze del Bel Paese.
Di cosa hai bisogno per vendere vino su Wine Business Hub
Solo di un pc o smartphone e di una buona connessione internet. Una volta iscritto, sarai contattato da un nostro consulente in grado di illustrarti senza impegno costi di iscrizione, modalità di funzionamento della piattaforma e gestione degli incontri, acquisendo al tempo stesso informazioni circa preferenze di paesi e canali di vendita per i tuoi prodotti.
Entro 30 giorni dall’iscrizione ufficiale alla piattaforma incontrerai un operatore coerente con le tue richieste o sarai interamente rimborsato.
Perché vendere vino all’estero con Wine Business Hub conviene
È pratico, semplice e sicuro e, soprattutto, puoi farlo dal tuo ufficio inviando le campionature dei tuoi prodotti per la degustazione solo a importatori di tuo interesse e davvero interessati ai tuoi prodotti.
Provaci subito: dai un’occhiata alle nostra Call4Wine e vendi i tuoi vini all’estero con noi!