
La Russia rappresenta attualmente uno dei poli di attrazione più interessanti per il vino italiano. Ciò nonostante, la penetrazione del mercato russo risulta sovente un percorso assai tortuoso e difficile per le singole cantine, a causa di diversi fattori che possono determinare o meno la creazione di un rapporto stabile con gli importatori locali.
Il vino italiano è attualmente favorito tra i prodotti di importazione, rispetto a quelli di altri importanti paesi come Cile e Australia. Questo è dovuto all’ottima reputazione delle etichette del Bel Paese, storicamente considerate prodotti di eccellenza e legati, in particolar modo, al canale della ristorazione rispetto a quello retail.
In quest’ottica è, però, obbligatorio valutare anche le criticità. Il mercato russo ha pesantemente risentito negli ultimi dieci anni degli effetti della crisi in Ucraina, che nel 2014 ha fatto crollare il rublo e i rapporti commerciali con l’estero ai minimi storici. Se solo fino a qualche anno prima, infatti, non era raro riuscire a piazzare referenze con un ricarico anche del 300% rispetto alla media di altri paesi, dopo la crisi è diventato praticamente impossibile raggiungere gli stessi obiettivi.
Il mercato è stato quindi completamente riconsiderato, ma negli ultimi due anni i trend in positivo hanno dimostrato come la ripresa del settore sia ormai effettiva, e con ampi margini di miglioramento. Da sola, la Russia rappresenta la nazione con il maggior consumo di vino pro-capite (circa il 10% delle bevande alcoliche del paese) e, anche se il record assoluto è detenuto dalla birra (83% dei consumi nazionali), è lampante quanto il vino faccia ormai parte della cultura locale al pari della tradizionalissima vodka.
Vendere vino in Russia: perché è un buon momento per iniziare
Nel corso dello scorso anno, l’Italia ha guadagnato una posizione di rilievo nell’importazione di vino in Russia, rivestendo ad oggi il 30% dei prodotti importati (maggiore di Francia e di altri player) per un totale di circa 200 milioni di euro l’anno in termini di valore. Un dato nettamente inferiore rispetto ad altri paesi target del vino italiano (come Stati Uniti, Germania e Regno Unito), e sicuramente eclissato dal consumo di altre bevande alcoliche o di vini locali.
Eppure, i trend in crescita costante negli ultimi anni, unitamente alla buona reputazione di vini e prodotti gastronomici Made In Italy, insieme ad una minore concorrenza internazionale (rispetto, per esempio, a mercati come quello USA o cinese) fa della Russia un mercato più che interessante, dove ad essere premiati nei prossimi anni saranno i primi ad arrivare.
L’importanza del digitale per il mercato Russo
Prima di intraprendere una “campagna di Russia” è opportuno prendere coscienza di un aspetto fondamentale: il paese è, oggi più di ieri, sempre più orientato all’online. La Pandemia di Coronavirus ha solo contribuito ad accelerare una transizione, quella verso il digitale, già innescata negli anni passati, e destinata a diventare primaria. I dati raccolti da Yandex, il principale motore di ricerca russo, nel corso del 2020 hanno, infatti, evidenziato una tendenza all’acquisto sul web quintuplicata rispetto all’anno precedente.
In questa fase, la richiesta di vino italiano è salita di ben tre volte, superando quelle di altri competitor internazionali e affermando proprio l’Italia quale primo importatore di vini nel paese. Un processo simile a quello accaduto in Europa e Stati Uniti dove, in mancanza di fiere ed altri eventi di settore, produttori e importatori hanno iniziato ad incontrarsi online per garantire continuità all’export.
La penetrazione del mercato russo è, quindi, indissolubilmente legata ad una buona strategia online. Ciò significa: siti in lingua, posizionamento sui principali marketplace, e-commerce e motori di ricerca di settore e non e, soprattutto, presenza sui social network.
Vendere vino su VK: il social network più amato dai Russi
Con oltre 70 milioni di utenti presenti ogni mese, VKontakte è in assoluto il primo social network in Russia. Per dare misura di comparazione, basti pensare che colossi come Instagram e Facebook nel paese vengono utilizzati, rispettivamente, “solo” da 55 e 35 milioni di utenti al mese.
VK è utile a vendere vino? Non proprio, o meglio, non solo. La sua funzione primaria, più della vendita diretta, è quella di abbattere un gap tra il produttore italiano e i consumatori russi, notoriamente poco alfabetizzati sui nostri vini (salvo eccezioni).
Costruire una propria presenza sul social network con uno storytelling che evidenzi pregi, località di produzione, caratteristiche dei vini e altre importanti informazioni per il consumatore costituisce un ottimo vettore per fare branding.
Se vuoi vendere vino in Russia prova con Wine Business Hub!
Già negli anni scorsi, con la nostra missione in Russia avevamo raggiunto ottimi risultati. All’inizio dello scorso anno, nell’impossibilità di spostarsi e con l’annullamento di fiere e matching di settore, abbiamo scelto di non perdere l’occasione per continuare ad accompagnare produttori di vino italiano in questo incredibile viaggio verso est, lanciando ufficialmente Wine Business Hub: la prima piattaforma online dove trovare e incontrare operatori internazionali alla ricerca di vini italiani, selezionati dalla nostra agenzia.
Con Wine Business Hub puoi trovare importatori operanti nel paese e nel canale migliore per i tuoi vini e incontrali online all’interno di una chat room sicura, pratica interattiva direttamente dal tuo ufficio, con il supporto facoltativo di un consulente ElleDue in grado di guidarti.
Contattaci senza impegno per ricevere maggiori informazioni sui costi del servizio e se entro un mese dall’iscrizione non effettui un primo incontro con un importatore scelto da te sarai totalmente rimborsato!