
Piccola e modernissima: Taiwan è una piccola nazione – isola ad appena 180 km dalla costa cinese. L’incredibile sviluppo industriale che l’ha vista protagonista nell’ultimo trentennio ha contribuito ad affermarla economicamente tra i Paesi con il maggior numero di esportazioni nel mondo.
Sviluppo che deve il suo successo soprattutto alla già citata vicinanza con il Paese del Dragone, con il quale da sempre Taiwan intrattiene rapporti commerciali in ottica di mutua convenienza. Tra Pechino e Taipei, la capitale dell’isola dove vive 1/10 della popolazione locale, vi è sempre stato un canale commerciale preferenziale, sfruttato anche dai numerosi player internazionali per l’introduzione di merci attraverso la dogana orientale in modo più favorevole.
Tra queste vi è certamente il vino che, anche grazie al sempre maggiore incremento dei consumi in Cina, ha iniziato ad affermarsi anche a Taiwan, dove il potere di spesa della popolazione è cresciuto negli anni fino ai 50.645 dollari registrati nel 2018.
Consumi di vino a Taiwan
L’incremento nelle importazioni di vino a Taiwan è rappresentato da un valore del +8% del 2019, rispetto agli anni precedenti. Il valore di mercato delle importazioni enologiche nel Paese supera ogni anno i 200 milioni di dollari.
Non male per una nazione di “appena” 25 milioni di abitanti, dove il consumo annuo stimato è conforme alla media di altri importanti poli di attrazioni dell’estremo Oriente: 1,20 litri a persona, cioè quasi i medesimi parametri di Cina e Corea, la prima con un numero di abitanti 50 volte superiore a quello di Taiwan.
La predilezione, anche qui, è sui rossi, più conosciuti e richiesti, che rappresentano oltre il 65% delle tipologie di vino introdotte ogni anno nel Paese. A questi si aggiunge il segmento delle bollicine, protagonista negli ultimi anni di un vero e proprio exploit in tutto l’Oriente. L’attuale volume di importazioni è pari a circa 20mila litri / anno, dei quali il vino italiano ne rappresenta appena 3mila.
Un valore, quest’ultimo, che potrebbe lasciar intendere una minore attrattività per le cantine del Bel Paese verso questa piazza, ma la realtà è ben diversa.
Consumi in crescita e dazi favorevoli: l’export di vino a Taiwan è un mercato in costruzione
La crescita del mercato di Taipei, unita a quelli del resto dell’isola, è favorito dalla presenza di dazi minimi per l’introduzione di vini, rispetto ad altre bevande alcoliche. La birra, per esempio, come altri alcolici ottenuti dalla fermentazione di grano e / o cereali, prevede accise per il 40% del valore nominale del prodotto, mentre sui vini è appena del 10%.
Percentuale, nettamente più favorevole rispetto ad altri Paesi asiatici, che fanno di Taiwan un corridoio per l’export di vini in tutto l’Oriente.
I prezzi unitari del vino a Taiwan variano, tuttavia, a seconda della categoria e del Paese da cui il prodotto proviene. La maggior parte dei vini rossi venduti off-trade rientra nella fascia tra i 451 e gli 800 di dollari locali, pari a pochi centesimi di dollaro americano. Per i bianchi, invece, la fascia più accreditata è quella sotto i 600 di NT$, mentre per gli spumanti quella sotto i 700 NT$.
Ma sono gli importatori che attraversano i confini a destare l’interesse dei produttori occidentali, creando sodalizi che stanno gradualmente costruendo una affermata rete di scambi tra Taiwan, Cina e Giappone.
Vendere vino a Taiwan: come iniziare
Le interessanti opportunità offerte dal mercato hanno visto in questi anni crescere esponenzialmente il numero di player operanti sul mercato, quasi tutti di nazionalità straniera. Ma con la pesantissima ricaduta delle normative anti-dumping adottate dal governo di Pechino all’inizio del 2021, che hanno determinato la quasi totale scomparsa di vini australiani e cileni dal mercato, per i produttori italiani si sono aperte nuove occasioni.
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