
Nuovi scenari per il settore vitivinicolo italiano e internazionale. Gli sconvolgimenti dettati dalla diffusione dell’epidemia di Covid-19 stanno modificando il modo di fare impresa. Ci si concentra sul digital, accantonando, per il momento, la partecipazione a fiere ed eventi.
La repentina insorgenza del Coronavirus su scala internazionale ha mescolato le carte in tavola sui principali mercati del mondo. Ristorazione e turismo i settori che, al momento, sembrano soffrire maggiormente il peso della pandemia, con pesanti ripercussioni su tutto l’indotto.
Tra quelli, invece, che al momento sembrano tenere maggiormente botta troviamo la filiera enoica che, seppur provata dai mancati incassi derivanti dal canale HoReCa, sembra essere pronta a ripartire, concentrandosi sull’export e sulle nuove possibilità dettate dal settore. La circolazione delle merci su scala internazionale, nonostante una prima comprensibile incertezza, non ha interrotto il corso.
La vendita di vino italiano all’estero potrebbe certamente risentire di una giustificata flessione e di più di qualche “stop” non programmato ma, tutto sommato, appare molto più stabile rispetto a quella di altri settori. A cambiare sono le strategie di promozione, al momento completamente slegate da eventi fino a pochissimo tempo fa fondamentali per il trade. Con l’annullamento, per quest’anno, di ProWein e Vinitaly è ormai chiaro che il periodo necessario a tornare alla normalità sarà molto più lungo del previsto.
Dopo un primo momento di disorientamento, il mercato sembra però tornare lentamente ad assestarsi, accarezzando nuove possibilità di investimento in quei canali fino ad oggi occupati dall’organizzazione e partecipazione a b2b, eventi e fiere.
Meno eventi, ma la stessa voglia (e bisogno) di esportare
Con un valore di 3 miliardi di euro registrati nel primo semestre 2019 dal rapporto Qualevita di Federvini, il vino italiano è senza dubbio una delle punte di diamante dell’economia nazionale.
Un mercato in grado di coinvolgere positivamente, oltre che le cantine, un intero indotto rappresentato da produttori di vetro, tappi, etichette, operatori di logistica e poi export manager, consulenti, giornalisti e ristoratori. Grande riconoscibilità e ottima reputazione fanno del vino italiano un prodotto in grado di competere ad armi pari con i principali Paesi produttori nel mondo, come Francia, Cile, Australia e California del sud.
Buoni investimenti in termini di promozione che negli ultimi anni sono andati crescendo e una buona spinta d’avvio allo spirito di squadra, forse per noi inedito, ma sempre più necessario, hanno saputo portare ottimi risultati alle cantine italiane, con performance di crescita per export di vini italiani all’estero estese più o meno in tutte le regioni.
Un trend, quindi, quello del vino italiano in favorevole ascesa negli ultimi anni, che l’emergenza Coronavirus ha, in realtà, solo temporaneamente rallentato. Il lavoro in vigna non si è mai fermato, e i produttori sono pronti a ripartire con la promozione ma, data l’incertezza relativa agli eventi di settore, gli investimenti si spostano sul web.
La promozione si fa digitale ma… quanta folla!
Ottimizzando il periodo di stasi si affinano nuove strategie per guadagnare terreno, orientate sui principali Paesi Target di settore e con nuove tecnologie. Ma il web è “wide” e, in quanto tale, per chi sceglie di percorrere questa strada per la prima volta potrebbe essere un mondo pieno di gente e basta, dove non si capisce quali siano le scelte più giuste da fare e le strade più vantaggiose.
Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo dovuto rimandare – nostro malgrado – appuntamenti, missioni e tasting già programmati da mesi, e il nostro BtoB annuale che organizziamo a Pollenzo, ma abbiamo pensato a una exit strategy… ed eccoci qua.
Trasformare il rallentamento in opportunità
Come il seme, che nel buio e nel freddo dell’isolamento sotto terra inizia a germogliare, così questo periodo di stasi ha dato una spinta decisa in avanti agli ultimi timidi del digitale che oggi – a tutti gli effetti – rappresenta l’unica via per continuare a coltivare relazioni, rapporti e a fare promozione senza uscire dalla cantina né dal proprio Comune.
Certo non è tempo di fare spese pazze, perché il lock-down mostrerà la sua ombra sul settore produttivo nei prossimi mesi e forse per qualche anno ancora, ma ciò che è sicuro è che non si possono fermare gli investimenti.
Ecco perché Wine Business Hub rappresenta un’opportunità reale.
Vendere vino all’estero: quali investimenti per l’export digitale
Questo è il momento di migliorare la presenza sul web con precise strategie di investimento in grado di incrementare il volume di affari. Maggior cura degli aspetti legati al digital, dalla promozione e presentazione dell’azienda attraverso sito internet, vetrine social e affini (Google My Business, SEO, campagne sui social, etc.) fino a strategie più articolate e mirate ad offrire alla clientela e ai partner internazionali servizi sempre più professionali.
Il web dà la possibilità di continuare a mostrare l’azienda, il vino e il territorio di produzione senza bisogno di complicati tour interattivi, o grossi investimenti per intercettare pubblico in target.
Insomma, il vino italiano si prepara ad una nuova annata, molto diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta. A continuare a vivere e a trovare il successo, come sempre nel mondo del lavoro, saranno i più rapidi e disposti ad adattarsi, in grado di sviluppare nuove strategie condivise, affidandosi a professionisti del digitale, in grado di ottimizzare sforzi e investimenti.